Il più bel film italiano (dopo Sorrentino) di Venezia 2025 è Il maestro con Favino: intervista
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DUE PERSONAGGI COSÌ NON SI DIMENTICANO facilmente. Ti restano addosso loro, i loro completini da tennis anni 80, il loro vagare per un'estate italiana di tanto tempo fa. Con quei pesi che li schiacciano: la responsabilità di dover essere un campione per uno, la sconfitta (sportiva, esistenziale) per l'altro. Il peso del futuro e del passato. Il maestro di Andrea Di Stefano (Escobar, L'ultima notte di Amore), con Pierfrancesco Favino nel ruolo del titolo (Raoul Gatti) e la rivelazione Tiziano Menichelli in quelli di Felice, l'allievo. Il padre glielo affida perché gli faccia fare il grande salto, dai tornei amatoriali a quelli semi-professionistici. Non sa che la verità di Raoul è altra... Nella commedia all'italiana classica (a cui ripensi, magari più a Il gaucho che a Il sorpasso) i personaggi erano meschini che alla fine si riscattavano, mostrando una grandezza nascosta. Qui da svelare non c'è nulla: nessun talento, né sul campo né nella vita. E alla fine la lacrima c'è, come quel correre, finalmente, di Felice verso la rete... Ascoltate l'intervista al regista e ai suoi attori nel video, guardate le prime immagini del film: sarà nei cinema il 13 novembre. Anche se non giocate a tennis e (citazione) Guillermo Vilas non avete avuto la fortuna di vederlo in azione (non solo sul campo da tennis)...
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